Roma Universalis. L'impero e la dinastia venuta dall'Africa.

Dopo i fortunati volumi su Augusto, Nerone, Vespasiano e Costantino, un altro catalogo di mostra che fa il punto sulla meno nota dinastia dei Severi, eccezion fatta per la cattiva fama di Caracalla, il cui ruolo cruciale nella storia romana, con il passaggio dal Principato al Dominato di stampo militare, meritava di essere finalmente approfondito Un gruppo di autorevoli studiosi italiani e stranieri, chiamato a collaborare dagli ideatori del progetto, mette a fuoco in numerosi contributi i diversi ambiti politico-istituzionale ed economico in cui la famiglia di origine africana si distinse attuando la Constitutio Antoniniana, decisa da Caracalla nel 212 d.C., con la quale si estendeva la cittadinanza romana a tutto l'impero. Dalle riforme monetaria e annonaria all'apertura verso le religioni orientali, grazie all'influenza di Giulia Domna, moglie di Settimio Severo, proveniente dalla Siria: un'eredità dunque forte e duratura in molti campi pur nell'avanzare del declino.
Gli scritti e il ricchissimo apparato iconografico rivelano anche il fondamentale apporto dei Severi all'evoluzione artistica e architettonica a Roma (basti pensare ai rilievi storici degli archi trionfali, alla Forma Urbis Romae, la monumentale pianta della città, o allo scenografico ninfeo-fontana del Settizodio) e in molte parti dell'impero mediterraneo (a Laodicea, Leptis Magna, Dougga, Volubilis).
Il volume documenta un importante evento espositivo al Colosseo e in altri luoghi dell'area archeologica centrale di Roma, cui si accompagna un percorso teso a valorizzare quel che resta dei grandiosi edifici dell'epoca (l'Arco di Settimio Severo, la Domus Severiana, le cosiddette Terme di Elagabalo, ecc.), alcuni dei quali restaurati per l'occasione, favorendone una più adeguata comprensione.

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